Le batterie non più utilizzate per le auto possono essere ancora impiegate per lo storage in applicazioni diverse. È il principio dell’economia circolare.
Il deperimento delle batterie delle auto elettriche è piuttosto lento, essendo costruite per durare nel tempo. Tuttavia dopo una decina d’anni la loro densità energetica cala al punto tale da non essere più adatte per questo utilizzo.
Con una capacità residua tra il 70 e l’80%, le batterie non più utilizzate per le auto possono essere ancora impiegate per lo storage in applicazioni diverse, che siano altri tipi di veicoli, oppure batterie domestiche, accumuli per le reti elettriche o per le torri di trasmissione delle telecomunicazioni. È in questi casi che si parla di seconda vita.
L’utilizzo di batterie “second life” passerà da 1 GWh nel 2018 a oltre 16 GWh nel 2025 e a 45 GWh nel 2030, man mano che le prime ondate di auto elettriche arriveranno a fine vita.
Utilizzare batterie di seconda mano, però, aumenta la complessità del sistema e richiede una grande capacità di integrazione dei sistemi.
Nasce da qui la partecipazione al progetto Second Life con Enel e Nissan, per cui Loccioni ha progettato, integrato e realizzato il sistema di riuso delle batterie delle auto in un sistema di storage stazionario innovativo, che ha il compito di stabilizzare la rete elettrica e migliorare la qualità dell’energia della comunità spagnola di Melilla, situata sulla costa nordafricana.