Nel luglio 2014 lungo le sponde del fiume Esino, si inaugurava il progetto 2 km di futuro® per la riqualificazione e messa in sicurezza del fiume e si accendeva la prima micro-grid energetica d’Italia. E oggi?
Ci sono progetti che nascono e poi si spengono, altri che continuano a generare.
Nell’entroterra rurale marchigiano, tra i vigneti di Verdicchio della Vallesina, ci sono laboratori lungo il fiume Esino dove non ti aspetti di trovare, tutta insieme, tanta competenza e tecnologia. E’ qui che gli oltre 450 giovani della Loccioni sviluppano innovazioni per i più grandi nomi dell’industria mondiale, con l’obiettivo di misurare per migliorare il benessere delle persone del pianeta; ed è qui che oltre 50 anni fa nasce il laboratorio a cielo aperto di quella che oggi si chiama transizione ecologica.
L’intuizione di ripensare soluzioni tecnologiche per garantire il comfort e ottimizzare i consumi energetici nei suoi laboratori, alla Loccioni è venuta già negli anni ‘80. È stato allora infatti che Enrico e Graziella Loccioni, in largo anticipo su un trend futuro di attenzione al benessere negli spazi lavorativi, decisero di climatizzare tutti gli ambienti di lavoro, sia gli uffici che i laboratori. Vennero installati dei gruppi frigo (di seconda mano!) e alla prima bolletta ci si accorse di cosa volesse dire climatizzare ambienti così grandi. Mai si tornò indietro sulla decisione di perseguire il benessere delle persone, ma da lì partì un impegno costante per diminuire i consumi, le emissioni e le spese!
Impegno che porterà alla realizzazione della : con il contributo fondamentale di Federico Maria Butera, il sogno di vivere, lavorare, muoversi, studiare, alimentarsi grazie alle energie rinnovabili del sole, dell’acqua, della terra, dell’aria, diventa realtà. Uomo e natura vivono in armonia grazie alla tecnologia, che fa tesoro dei beni comuni senza rovinare l’ambiente. Così l’impresa high tech, dalle radici contadine, trasforma i propri laboratori, le foresterie, la scuola vicina, i mezzi di trasporto, in foglie e alberi, creando un ecosistema in cui si vive, si lavora, ci si sposta a zero emissioni.
Ma il fiume continua a fare paura. Non ci sono più i contadini frontisti come 50 anni prima a tenerlo pulito e allora l’impresa torna a fare “il contadino”, anzi il mezzadro, e in una partnership pubblico-privata con le istituzioni, si prende cura di un tratto di asta fluviale, bene comune, ricavandone per sé energia idroelettrica. Nasce così 10 anni fa il progetto : un sistema integrato per la resilienza, la difesa e la valorizzazione del territorio, che trasforma il fiume da minaccia a risorsa e bellezza.
L’investimento di oltre 3 milioni di euro su suolo pubblico da parte della Loccioni ha permesso non solo di scongiurare diverse esondazioni, ma anche di creare nuove competenze e nuovi posti di lavoro e di generare valore nel territorio. Insieme al lavoro sul fiume si completa la costruzione del Leaf Lab, il primo Laboratorio Loccioni progettato per essere energeticamente super performante, e si accende la micro-grid intelligente che connette i laboratori lungo le due sponde dell’Esino.
Il 10 e 11 luglio 2014, insieme a ENEL, Nissan e Samsung, Loccioni mostrava come la Leaf Community si fosse arricchita di sistemi di accumulo, di veicoli elettrici connessi e di intelligenza della rete. (Link per rivedere tutti gli interventi)
Ad un anno della sua inaugurazione, il progetto 2 km di futuro® viene selezionato tra i progetti di Palazzo Italia all’Expo 2015, mentre il ponte pedonale 2068, disegnato dall’architetto Thomas Herzog è protagonista del padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2018.
Il progetto si è arricchito della terza centrale micro-idroelettrica lungo il fiume, per una produzione totale di 550 MWh all’anno. È stata inoltre realizzata sui due lati del fiume, su suolo pubblico, una pista ciclopedonale che attraversa il parco fluviale, piantumato con oltre 8000 piante autoctone per la tenuta degli argini.
In questi 10 anni il paradigma energetico ha preso forma e sostanza attraverso la spinta dell’elettrificazione e della digitalizzazione, e ora si passa alla decarbonizzazione.”. Secondo Enrico Loccioni è la sfida del futuro: “Se il secolo XX è stato l’epoca della “carbonizzazione”, in cui abbiamo sviluppato le nostre economie e il nostro benessere attraverso l’utilizzo di energia proveniente da fonti fossili, il secolo che stiamo vivendo sarà quello della decarbonizzazione: valore, innovazione, lavoro e benessere arrivano dalle entusiasmanti opportunità di rivedere i processi attraverso l’innovazione tecnologica.”
Iniziando proprio con la micro-grid Loccioni, che nel 2018 diventa 100% elettrica. Il processo di de-metanizzazione è completato, gli edifici e le persone sono aumentati e nonostante questo il saldo energetico è positivo.
Nella Leaf Community è sorto un nuovo laboratorio, dal recupero e bonifica di un edificio ricoperto di amianto, con performance energetiche migliorate: dalla Classe A+ alla categoria NZEB (Nearly Zero Emission Building). Per rispondere alle esigenze del mercato auto nasce inoltre il KITE Lab, un centro di test con sale prova per componenti auto che ospita anche un fotovoltaico su parete verticale.
Dallo sviluppo del mercato della mobilità elettrica nascono i , un concept di sale prova completamente nuovo. Grazie a una copertura fotovoltaica bifacciale, producono l’energia necessaria per i test e recuperano quella dissipata. Vi si testano infatti i componenti delle auto elettriche: assali, motori, batterie, inverter. Infatti, in questi 10 anni, i più importanti brand – Audi, Jaguar Land Rover, Mercedes, Stellantis, Volvo, comprese le super car Ferrari, Maserati e Lamborghini – vengono nella Leaf Community Loccioni a testare i componenti delle nuove vetture elettriche. La competenza arriva fino al test delle celle che compongono le batterie e al cuore e cervello del sistema di propulsione elettrica: il power module con la nuova frontiera dei semiconduttori al carburo di silicio. È la ST Microelectronics questa volta a scegliere Loccioni come partner non solo nel collaudo finale dei power module (quello che fa muovere la macchina), ma anche nel processo di produzione dei semiconduttori SiC.
Per far fronte ai bisogni energetici si diversifica il mix delle fonti rinnovabili aggiungendo all’acqua e al sole anche la biomassa con una innovativa tecnologia di cogenerazione: un pirogassificatore a pellet che contribuisce alla produzione di energia elettrica e termica h24. alimenta lo storage termico di una vasca di 450m3 di acqua e ha l’ambizione di sviluppare una filiera di lavoro e valorizzazione dei boschi dell’appennino.
Ma la chiave è la capacità di accumulo, leva strategica per l’autonomia energetica, che in dieci anni è raddoppiata, arrivando a 1,8 MWh.
Tra i progetti più innovativi c’è il Second Life Storage System. Da una sfida di Enel e dalla collaborazione con Nissan, nel 2022 è stato attivato a Melilla (città spagnola sulla costa africana) il primo accumulatore di energia alimentato con batterie per auto di seconda mano.
Per studiare meglio il sistema, Loccioni lo ha integrato anche nella sua micro-grid, dedicando uno dei Nomadic Labs al primo sistema di Storage Stazionario Second Life in Italia. Attraverso l’utilizzo e l’analisi dati si restituiscono informazioni ai produttori.
Nel prossimo progetto pionieristico di ENEL, Loccioni installerà per ADR (Aeroporti di Roma) all’aeroporto di Roma Fiumicino un innovativo sistema di accumulo second life utilizzando batterie usate di Nissan, Mercedes e Stellantis.
Sul fronte della mobilità elettrica, la Leaf Community oggi conta su una flotta elettrica di 15 mezzi e 18 postazioni di ricarica. Se all’evento di 10 anni fa si parlava di Vehicle to grid, oggi nella grid Loccioni stiamo testando la prima stazione di ricarica bidirezionale che apre la porta alla possibilità di vedere le auto come storage per l’impresa e la ricarica come benefit per i collaboratori, diffondendo la mobilità elettrica.
Anche l’Internet dell’Energia è già realtà, con un BMS che regola in autonomia i flussi energetici tra gli edifici, le batterie, i vari impianti di produzione integrati fino alla ricarica dei veicoli elettrici, grazie ai dati storicizzati dal sistema myLeaf.
L’acqua è l’altro grande protagonista della transizione ecologica e nel campus Loccioni, caratterizzato da parchi verdi e da tanti alberi, non solo è usata per produrre energia elettrica con le micro centrali idroelettriche e termica con le pompe di calore, ma viene risparmiata il più possibile, con raccolta delle acque piovane, utilizzo di acqua di falda per scopi irrigui e per le acque di scarico, con un risparmio di acqua potabile che può arrivare anche al 75%.
Insomma l’ecosistema Loccioni è entrato nella logica della circolarità nell’uso delle risorse, come ulteriore passo per mettere in atto la transizione ecologica.
Il monitoraggio in tempo reale e l’efficientamento continuo di tutti gli edifici, utilizzando le ultime innovazioni tecnologiche per la produzione, lo stoccaggio e l’efficientamento hanno permesso di trasformare la componente energia da centro di costo a centro di profitto e ad ottenere la certificazione ISO 50001.
I laboratori apprendono dalla loro esperienza: in base al tempo impiegato per raggiungere i set-point nei giorni precedenti, il sistema di building automation modifica le sue logiche di accensione degli impianti, adattandosi alle condizioni climatiche esterne. Questo garantisce che la temperatura interna dei locali sia ottimale all’inizio delle attività, ottimizzando i consumi.
nche la finanza prende parte alla transizione ecologica; non solo perché Loccioni ha autofinanziato tutto il suo percorso, ma anche perché è stata la prima società industriale ad emettere Minibond Sostenibili Green e Social sottoscritti da Unicredit
La decarbonizzazione diviene un filone di lavoro che permette di sviluppare competenze e reti. Non solo nel settore della mobilità, ma anche in quello dell’energia, con utilities come E.ON, Enel, Terna, Vattenfall e Northvolt che richiedono la competenza Loccioni per la realizzazione di storage, micro reti e isole energetiche.
E poi l’idrogeno.
Dapprima uno dei Laboratori Nomadi viene dedicato alla produzione di idrogeno per elettrolisi. Questo permette di sviluppare anche il sistema di test per elettrolizzatori, nuovi componenti del mondo auto ed energia.
Poi nella Leaf Community nasce un nuovo ecosistema di laboratori nomadi dedicati all’idrogeno, dove si testano tutti i componenti e i processi legati alla produzione, utilizzo e stoccaggio dell’idrogeno.
Elettrone (elettrificazione) e molecola (H2) per decarbonizzare: in Loccioni si esplorano entrambi i mondi e le filiere che si stanno creando, per trovare opportunità di lavoro e di innovazione da sviluppare nel territorio.
Territorio che rimane protagonista nell’operare dell’impresa, tanto che nel progetto pubblico privato di innovazione rurale la Valle di san Clemente, Loccioni si occupa di replicare la micro-grid decarbonizzata a impatto zero in campagna, includendo l’abbazia romanica di Sant’Urbano (sec XI), la vicina scuola rurale e i processi agricoli, con l’eliminazione della meccanica pesante, l’utilizzo di mezzi elettrici e di energia rinnovabile per l’irrigazione e il monitoraggio, il censimento e custodia di 500 querce, la piantumazione di 4200 ultivi, il recupero di pratiche agronomiche rigenerative.
Nel 2023 la Leaf Community Loccioni, incluso il progetto rurale, nonostante l’aumento dei laboratori, delle persone e del lavoro, ha visto una diminuzione dei prelievi dalla rete, un aumento di 800 kW di produzione da fotovoltaico a parità di superfici, grazie a repowering e revamping degli impianti, una produzione di oltre 4675 MWh di energia rinnovabile.
Nella micro-grid lungo il fiume oltre il 90% dell’energia prodotta viene auto-consumata aumentando l’autosufficienza al 55%Per il 10% delle ore lavorative il prelievo dalla rete è nullo, con tutto il campus virtualmente in isola energetica cioè alimentati solo da sole e acqua, mentre il 25% delle ore i consumi sono rimasti tra 0 a 15 kW di prelievo (come un piccolo condominio!). Loccioni produce più energia di quella che consuma e contribuisce così ad evitare l’emissione in atmosfera di oltre 1192 tonnellate di CO2, diventando emettitore negativo per oltre 225 t di CO2.
La comunità Loccioni da foglia è diventata albero e poi bosco. “Per il benessere delle persone e del pianeta”.